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Colon irritabile
Il colon irritabile è una condizione comune e viene chiamata anche sindrome dell’intestino irritabile e colite spastica. Colpisce soprattutto persone di sesso femminile con un’incidenza maggiore nell’età compresa fra i 20 e i 50 anni.
Si tratta di un disturbo gastrointestinale cronico caratterizzato da una serie di sintomi che coinvolgono l'intestino e che variano da persona a persona. La sindrome del colon irritabile può avere un impatto importante sulla qualità della vita, condizionando la capacità di una persona di lavorare, di viaggiare e di prendere parte ad attività sociali.
I sintomi più frequenti sono il dolore addominale, il gonfiore e la diarrea o la stipsi. In questo articolo approfondiremo le basi del colon irritabile, quali siano i sintomi, le cause, le cure e i rimedi per poterlo controllare ed evitare problemi.
Sintomi
Il colon irritabile o sindrome del colon irritabile è un disturbo funzionale cronico del tratto gastrointestinale che si manifesta con un insieme variabile di sintomi, tra cui il dolore addominale, le alterazioni del ritmo intestinale e il gonfiore. Questa patologia si contraddistingue per un andamento imprevedibile. Infatti, alterna periodi di assenza o poca presenza di sintomi a periodi in cui questi si manifestano in maniera acuta.
Inoltre, si differenzia dalle malattie infiammatorie intestinali, poiché l’aspetto dell’intestino appare normale e senza irregolarità.
Ancora non sappiamo cosa provochi il colon irritabile, ma, secondo una ricerca pubblicata su Science, condotta da un team coordinato dalla dottoressa Maria Rescigno, il problema risale a una mala comunicazione tra l’encefalo e le fibre nervose di intestino e muscoli intestinali. È un’evidenza, comunque, che molte persone affette da questa patologia accusano un peggioramento significativo della qualità della vita.
Se pensi di soffrire della sindrome del colon irritabile, potresti avvertire questi sintomi:
- dolore addominale: uno dei segni più comuni del colon irritabile è un dolore che può comparire in qualsiasi parte della zona addominale, anche se viene avvertito per lo più nel quadrante inferiore sinistro. Si presenta sia in maniera sottile sia sotto forma di crampi, con episodi intermittenti che durano da pochi minuti a diverse ore. La defecazione o l'emissione di gas di solito attenuano o fanno scomparire questo tipo di dolore;
- alterazioni del ritmo intestinale: sono un altro sintomo frequente della sindrome del colon irritabile. I pazienti possono sperimentare sia la diarrea sia la stitichezza o una combinazione di entrambe. La diarrea si presenta come delle scariche di feci molli o acquose, spesso accompagnate da un senso di urgenza. Con la stitichezza, al contrario, defecare risulta difficile per le feci molto dure e spesso non si riesce a completare l’evacuazione. Inoltre, si può osservare una variazione nella forma delle feci e la presenza di muco in alcuni casi;
- gonfiore addominale: è un altro segnale tipico del colon irritabile, spesso accompagnato a un senso di pienezza o di pressione nell'addome. Questo gonfiore può variare nel corso della giornata, peggiorando dopo i pasti e migliorando durante il sonno;
- meteorismo: una produzione eccessiva di gas che ne comporta l’espulsione frequente per via anale. Può causare anche dei gorgoglii addominali;
- sazietà precoce;
- bruciore o dolore epigastrico;
- stanchezza;
- mal di testa;
- disturbi del sonno.
Il colon irritabile è una patologia funzionale, cioè che non si accompagna ad alterazioni strutturali o biochimiche esatte. È comunque molto importante escludere altre patologie gastrointestinali che possono comparire con sintomi simili. Per questo motivo, la presenza di "sintomi allarmanti", come perdita di peso inspiegata, anemia, sangue nelle feci o un recente cambiamento dei sintomi in soggetti di età superiore ai 50 anni, richiede un'indagine più profonda.
Alcune persone lamentano un’associazione frequente fra colon irritabile e mal di schiena. Non è ancora del tutto chiaro come la sindrome dell’intestino irritabile possa provocare dolore alla schiena, tuttavia ci sono alcune possibili spiegazioni:
- dolore riferito: si riscontra quando il dolore è percepito in una parte del corpo differente dalla fonte del dolore. Questo può accadere perché il cervello a volte ha difficoltà a identificare la fonte esatta del dolore, specialmente se proviene dagli organi interni. Dunque, alcune persone col colon irritabile possono percepire il dolore addominale come se provenisse dalla schiena.
- Tensione muscolare: stress e ansia possono farci contrarre la muscolatura per un tempo prolungato, creando tensione. Questa finisce con l’accumularsi e causa dolore muscoloscheletrico, compreso il mal di schiena.
- Sovrapposizione dei sintomi: alcune persone potrebbero avere sia il colon irritabile che una condizione che causa mal di schiena, come l'artrite. In questi casi, le due condizioni sono separate, ma i loro sintomi finiscono col sovrapporsi.
È importante notare che la connessione tra sindrome del colon irritabile e mal di schiena è possibile, ma non è così comune.
Infatti, i sintomi della sindrome dell’intestino irritabile sono vari e differenti in ogni paziente: per questo è necessario consultare il proprio medico per una visita approfondita.
La diagnosi si basa principalmente su sintomi clinici piuttosto che su prove diagnostiche oggettive come esami del sangue o imaging. Essa considera principalmente:
- presentazione clinica;
- durata dei sintomi;
- frequenza dei sintomi;
- associazione dei sintomi con la defecazione.
La corretta comunicazione tra medico e paziente è di vitale importanza per la gestione dei sintomi, ma anche per la valutazione l'impatto psicologico e sociale della malattia sulla vita della persona affetta.
I sintomi e la loro severità cambiano molto da paziente a paziente, per cui è sempre necessario personalizzare il trattamento. Solo così si può mirare a un significativo miglioramento della qualità della vita di chi soffre di colon irritabile.
Cause
Le cause del colon irritabile sembrano derivare principalmente da alimenti specifici, stress o altri fattori ambientali. In ogni modo, il quadro preciso delle cause della sindrome del colon irritabile rimane un'area attiva di ricerca e le future scoperte potrebbero aiutarci a comprendere meglio questa condizione così tanto articolata.
Alcuni esperti ritengono che il colon irritabile potrebbe essere la conseguenza di un disturbo nella comunicazione tra il cervello e l'intestino, conosciuto come l'asse cervello-intestino. Altri suggeriscono che possa dipendere da una disfunzione o alterazione nella flora intestinale, i miliardi di batteri che vivono nel nostro intestino. Altre ancora mettono in luce l'importanza di fattori psicologici, come lo stress e l'ansia, che possono intensificare i sintomi.
Comunque, le cause esatte restano incerte e sono ancora oggi oggetto di intense ricerche. Di seguito, percorreremo più nel dettaglio alcune delle cause più comunemente attribuite alla sindrome del colon irritabile:
- alterazioni della motilità intestinale: l'intestino è costituito da un insieme di muscoli che si contraggono e si rilasciano in modo ritmico. Questi movimenti continui spostano il cibo fino alla fine del tratto intestinale, ma diventano disordinati o accelerati quando una persona soffre di colon irritabile. In tal modo essi finiscono per interferire con la regolare digestione. Ad esempio, se il cibo si muove troppo in fretta lungo l'intestino, l'acqua non ha il tempo di essere assorbita e ciò causerà la diarrea. Al contrario, se il cibo si muove troppo lentamente, può sopraggiungere la stipsi.
- Ipersensibilità viscerale: alcune persone soggette a colon irritabile paiono avere un intestino più sensibile, che risponde in modo eccessivo agli stimoli. Per esempio, può percepire addirittura dolore quando l’intestino si gonfia per i gas o il cibo presente nel tratto digestivo. Questa sensibilità amplificata può anche far sì che il cervello interpreti i normali segnali intestinali come dolore, provocando quei crampi e quel disagio tipici della sindrome dell’intestino irritabile.
- Disbiosi microbica: il nostro intestino, in particolare il tratto del crasso, accoglie una vasta gamma di batteri, noti come microbiota intestinale. Questi microrganismi svolgono un ruolo indispensabile nel mantenere in salute il nostro intestino e aiutano la digestione a svolgersi in maniera corretta. In alcune persone con la sindrome del colon irritabile, però, l'equilibrio di questi batteri può risultare alterato e alcuni tipi di batteri finiscono per predominare a scapito di altri. Questa condizione, nota come disbiosi, può disturbare la digestione e originare sintomi come gonfiore e dolore addominale.
- Fattori genetici: la sindrome dell’intestino irritabile può avere una componente genetica. Infatti, questo disagio sembra essere più comune in individui che hanno parenti stretti che ne soffrono. Sebbene ancora non sia stato individuato un singolo gene responsabile del colon irritabile, la ricerca suggerisce che una combinazione di geni potrebbe contribuire a renderci più suscettibili a sviluppare la sindrome.
- Infezioni gastrointestinali passate: il colon irritabile può sopraggiungere a seguito di un'infezione gastrointestinale, come la gastroenterite. Questa forma di colon irritabile si manifesta quando i sintomi perdurano anche dopo che l'infezione è stata debellata. Un'infezione potrebbe alterare la normale funzionalità dell'intestino, portando a cambiamenti a lungo termine nella motilità, sensibilità e funzione di barriera dell'intestino.
- Stress e ansia: numerosi studi hanno sottolineato un legame tra lo stress psicologico e il colon irritabile. Lo stress e l'ansia possono influenzare il cervello, che a sua volta può condizionare la funzione intestinale. Questa interazione fa parte di ciò che viene chiamato l'asse cervello-intestino. Per di più, lo stress può alterare il microbiota intestinale, partecipando a squilibri che possono attivare o aggravare i sintomi della sindrome dell’intestino irritabile.
- Alimentazione: molti pazienti constatano che certi cibi possono scatenare i loro sintomi. I cibi da evitare variano da persona a persona, ma i più comuni comprendono quelli ad alto contenuto di grassi, latticini, alcool, caffeina, e cibi con elevate quantità di fibre insolubili. Identificare quali alimenti scatenano il colon irritabile nel singolo individuo ed evitare di ingerirli può essere una parte fondamentale della gestione del disturbo.
- Cambiamenti ormonali: gli ormoni hanno un ruolo fondamentale nella regolazione della funzione intestinale. Le fluttuazioni ormonali durante il ciclo mestruale possono influenzare i sintomi del colon irritabile. Molte donne parlano di un peggioramento dei sintomi nei giorni precedenti e all'inizio del ciclo. Questo suggerisce che gli ormoni sessuali femminili possono condizionare la funzione intestinale e i sintomi della sindrome.
Le cause esatte che scatenano del colon irritabile restano, a oggi, ancora incerti. Ciononostante, gli esperti concordano sul fatto che siano probabilmente dovute alla combinazione di più fattori tra quelli citati. È importante ricordare che queste cause possono interagire in modo complesso fra loro e mutare da persona a persona, rendendo il colon irritabile una condizione estremamente individuale e sfaccettata.
Rimedi e cure per il colon irritabile
I rimedi e le cure per il colon irritabile si focalizzano sulla gestione dei sintomi, proprio perché ancora non abbiamo trovato una terapia definitiva.
Tra i trattamenti consigliati più comuni, abbiamo:
- dieta povera di cibi che creano gas;
- smettere di fumare;
- evitare le bibite gassate, il caffè e l’alcol;
- terapia farmacologica;
- terapia psicologica per ridurre stress e ansia;
- tecniche di rilassamento;
- probiotici;
- tisane a base di menta piperita o zenzero.
Proprio perché lo stress e l’ansia sono fattori così tanto presenti nell’acutizzazione dei sintomi del colon irritabile, la psicoterapia e le tecniche di rilassamento sono molto consigliate dagli esperti.
Infatti, la sindrome del colon irritabile non è soltanto una condizione fisica, ma ha anche una forte componente psicologica: il legame tra la mente e l'intestino è molto stretto ed è noto come l'asse intestino-cervello.
Il sistema nervoso centrale (il cervello e il midollo spinale) e l'intestino comunicano in modo bidirezionale e ciò implica che le emozioni negative possono condizionare il funzionamento dell'intestino, e viceversa, i problemi intestinali possono influire sul benessere emotivo e psicologico.
Un altro rimedio che sembra avere una buona efficacia contro i sintomi del colon irritabile è il cambiamento dello stile di vita. L’attività fisica, l’abolizione di alcol e fumo e una dieta più equilibrata collaborano certamente al buon funzionamento dell’intestino.
In particolare, viene consigliata di frequente la cosiddetta dieta Low FODMAP (Fermentable Oligo-, Di-, Mono-saccharides And Polyols), che prevede un regime alimentare povero di quei tipi di carboidrati più difficili da digerire e che possono causare sintomi del colon irritabile in alcune persone.
Ecco una panoramica di cosa comporta questa dieta:
- Eliminazione: in questa fase, tutti gli alimenti ad alto contenuto di FODMAP sono eliminati per circa 2-6 settimane. Tra i cibi da evitare sono inclusi: latticini, grano, alcuni tipi di frutta (come mele, pere e pesche), alcuni tipi di verdure (ad esempio asparagi, cavolfiori e aglio), legumi, dolcificanti artificiali e caffè.
- Reintroduzione: quando i sintomi sono sotto controllo, gli alimenti con alto contenuto di FODMAP vengono piano piano reintrodotti nella dieta uno alla volta. Ciò consente di identificare quali cibi causano sintomi in una persona specifica.
- Personalizzazione: una volta compreso quali cibi provocano i sintomi, si crea una dieta personalizzata che elimina questi alimenti o li limita a un livello che non scatena sintomi.
La dieta Low FODMAP è una dieta a breve termine. Questo perché il suo obiettivo è identificare ed eliminare i cibi che originano i sintomi del colon irritabile, ma non è necessario evitare tutti gli alimenti ad alto contenuto di FODMAP per sempre.
Inoltre, questa è una dieta restrittiva che andrebbe sempre calibrata a dovere per assicurarsi di ricevere tutti i nutrienti necessari, oltre che ad essere una dieta complessa e che può richiedere un certo lasso di tempo per individuare quali cibi generano i sintomi. Per questo motivo, si consiglia sempre di cominciare questa dieta sotto la guida di un dietista o un altro professionista sanitario.
Un altro trattamento per migliorare la condizione del colon irritabile è l’assunzione di integratori a base di probiotici.
I probiotici sono microrganismi vivi, per lo più batteri, ma anche lieviti, che risultano benefici per la salute quando vengono consumati in quantità adeguate. Essi sono presenti in alcuni alimenti e supplementi e i più comuni appartengono ai generi Lactobacillus e Bifidobacterium.
Molte persone con la sindrome dell'intestino irritabile trovano che assumere i probiotici li aiuti a gestire i loro sintomi. Ciò si deve al ruolo che la flora intestinale (la comunità di microorganismi che vivono nell'intestino) svolge nella digestione e nella salute in generale. Le persone che soffrono di colon irritabile di solito presentano una flora intestinale differente rispetto a coloro che non vivono la condizione. I probiotici possono favorire proprio il riequilibrarsi di questa flora.
Ecco alcuni modi in cui i probiotici possono aiutare per la sindrome dell’intestino irritabile:
- salute dell'intestino: i probiotici possono contribuire a mantenere l'equilibrio della flora intestinale e a favorire la salute dell’intestino.
- Funzione del sistema immunitario: alcuni probiotici possono aiutare a rinforzare il sistema immunitario, che a sua volta può favorire la gestione o prevenzione delle condizioni che contribuiscono all’insorgere del colon irritabile.
- Riduzione dell'infiammazione: alcuni probiotici possono contribuire a moderare l'infiammazione nell'intestino, spesso presente nelle persone con sindrome del colon irritabile.
- Miglioramento dei sintomi: alcuni studi hanno suggerito che i probiotici possono esserci di sostegno nel limitare i sintomi specifici del colon irritabile come il gonfiore, il dolore addominale e la diarrea.
Le tipologie di probiotici sono diverse e ciascuna di esse può avere effetti differenti. Per questo motivo, è molto utile consultare un medico per individuare quali siano i probiotici più efficaci. Infatti, ogni persona ha caratteristiche specifiche che sono importanti da considerare per raggiungere un trattamento ideale alla sua particolare situazione. Ad esempio, sebbene i probiotici siano sicuri per i più, possono comunque generare effetti collaterali in chi sta seguendo alcune cure particolari.
Infine, un altro modo per affievolire alcuni sintomi del colon irritabile è l’assunzione di tisane naturali. In questo caso non parliamo di una cura vera e propria, ma alcune erbe sono comunque un valido sostegno per gestire la sindrome e per aiutare la digestione. La menta piperita, in particolare, ha proprietà antispasmodiche che possono contribuire a rilassare i muscoli intestinali. Invece, in caso di nausea o di infiammazione del tratto gastro-intestinale, possiamo utilizzare lo zenzero, sia in forma di decotto che come tisana.
In conclusione, ormai è chiaro come la gestione del colon irritabile richieda spesso un approccio combinato che può comprendere cambiamenti nella dieta, terapie psicologiche, esercizio fisico o assunzione di probiotici. Quindi, se soffri o pensi di soffrire di colon irritabile, consultare il parere di un medico esperto ti aiuterà sicuramente a ottenere un trattamento adatto alle tue specifiche esigenze.