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Reflusso gastrico
Il reflusso gastrico, o reflusso gastroesofageo, è un disturbo che si caratterizza per la risalita di contenuto acido o biliare dallo stomaco lungo l’esofago, portando una fastidiosa sensazione anche in bocca. Sebbene il transito di materiale avvenga in maniera del tutto fisiologica dall’esofago allo stomaco durante la giornata, questa condizione patologia è tale perché comporta una serie di fastidi o disturbi.
Si tratta di una problematica assai diffusa nella popolazione di tutto il mondo e che colpisce in maniera quasi indistinta entrambi i sessi di tutte le età. Bisogna tuttavia tenere in considerazione due casi specifici: quello del reflusso gastrico in gravidanza e quello specifico dei neonati.
Individuarne tempestivamente le cause permette di stabilire l’eziologia e poter procedere con i rimedi più adatti in base alla situazione specifica della persona e del suo quadro clinico.
Sintomi
Il reflusso gastrico è esso stesso il sintomo di altre condizioni di disequilibrio dell’organismo. I segni attraverso i quali si manifesta il reflusso gastroesofageo sono:
- pirosi retrosternale, cioè la sensazione di infiammazione nella zona posteriore dello sterno. La persona avverte la sensazione di fastidio nella parte anteriore del torace, tra le due clavicole. Data la collocazione inusuale rispetto allo stomaco, questo sintomo viene difficilmente associato al reflusso al quale, invece, deve essere attribuito. Non bisogna sottovalutare questo sintomo, soprattutto quando la sensazione di bruciore si estende al collo o, nei casi più gravi, fino alle orecchie;
- rigurgito acido, ossia la percezione di liquido amaro o acido che può arrivare fino alla bocca. Questa sensazione non deve essere confusa con la eruttazione, tipica invece di un disturbo proprio dello stomaco e dovuto a fenomeni come meteorismo e aerofagia;
- dolore toracico, spesso localizzato nella zona frontale del petto. Si può avvertire la sensazione di pressione sul petto, spesso persistente;
- eruttazioni frequenti dovute dall’accumuli di liquidi gastrici che risalgono dallo stomaco fino all’esofago;
- tosse e raucedine, che si verifica con maggiore frequenza quando il reflusso gastrico diventa cronico o comunque è presente da molto tempo;
- difficoltà nella deglutizione accompagnato da mal di gola. Quest’ultima è dovuta dal fatto che il reflusso acido è riuscito a risalire verso l’alto e raggiungere la gola dove viene nebulizzato dall’aria respirata dalla persona. Quando il fenomeno è particolarmente inteso può portare anche all’asma.
Un sintomo del reflusso gastrico che non deve essere sottovalutato è la disfagia, ossia la difficoltà nella progressione del cibo lungo l’esofago: si tratta di una condizione dettata spesso da una percezione della persona e che non trova un riscontro concreto dal momento che il cibo viene poi regolarmente processato dall’organismo.
È opportuno sottolineare che i sintomi possono non essere costanti durante la giornata, ma presentarsi quando la persona si trova in specifiche condizioni:
- dopo i pasti, soprattutto quando sono state consumate delle pietanze poco digeribili o molto acide. Anche il consumo di alcool può incidere;
- durante la notte, quando la posizione che viene assunta per dormire favorisce la risalita dei succhi gastrici dallo stomaco all’esofago;
- quando si assumono alcune posizioni, come quella supina o quando ci si piega in avanti per raccogliere degli oggetti.
I sintomi possono presentarsi con intensità diverse a seconda della persona e della situazione: i diversi gradi di severità del reflusso gastrico è determinato anche dalla presenza di altre condizioni mediche come ulcere ed erosioni della parete dell’esofago.
Il reflusso gastrico è particolarmente comune nei bambini piccoli: i neonati, infatti, hanno un’alimentazione totalmente liquida nei primi mesi di vita e la composizione del latte può protrarsi a sviluppare questo fastidio. Il sintomo principale nei bambini è il vomito, che si può manifestare in forme più o meno severe, principalmente dopo i pasti quando non si riesce a far fare loro il “ruttino”.
Alcuni soggetti possono essere maggiormente predisposti di altri in relazione alla storia clinica familiare o meno. Il fenomeno si acuisce quando i bambini hanno anche tosse, raffreddore o il singhiozzo, condizioni molto diverse tra loro ma accomunate dal sollecitare la zona dello stomaco.
Nelle donne in gravidanza il reflusso gastrico è una condizione assai comune nei diversi periodi della gestazione. È accompagnato dalla nausea, specialmente dopo i pasti e si caratterizza per la sensazione di estrema pesantezza allo stomaco. Questa situazione può portare anche numerosi disturbi correlati come alcuni problemi nel dormire in maniera tranquilla e riposante durante la notte a causa della tosse notturna.
Inoltre per le donne in dolce attesa la pirosi è il sintomo più persistente ed è dato dalla percezione di bruciore localizzato allo stomaco che è dato dall’acido gastrico refluito.
Cause
Il reflusso gastrico è dato da una pluralità di cause, prima di tra tutte il rilassamento dello sfintere esofageo inferiore: si tratta di un muscolo situato alla base dell'esofago che funge da valvola per impedire il ritorno dei contenuti dello stomaco nell'esofago. Quando si rilassa in modo incontrollato o è indebolito, il rischio soffrire di reflusso aumenta significativamente. Il rilassamento involontario di questa componente può essere causato da fattori genetici, dieta, stile di vita o condizioni mediche.
L'obesità e il sovrappeso rappresentano fattori di rischio significativi per lo sviluppo del reflusso gastroesofageo a causa del loro impatto diretto sulla pressione intra-addominale e sulla funzione del muscolo sfintere esofageo inferiore. In particolare questa condizione può essere dannosa perché il grasso corporeo in eccesso, specialmente nella regione addominale, esercita una pressione aggiuntiva sugli organi interni, tra cui lo stomaco. Questo aumento della pressione intra-addominale può comportare una compressione dello stomaco, costringendolo a spingere verso l'alto contro il diaframma, che è il muscolo che separa l'addome dalla cavità toracica.
Inoltre, alcuni studi suggeriscono che l'obesità può influenzare la produzione di acido gastrico, aumentandola. Si ricorda che questa condizione è strettamente legata all’aumento del rischio del reflusso gastrico poiché mette a disposizione una maggiore quantità di acido che può defluire verso l’esofago quando lo sfintere esofageo è compromesso.
Ci sono anche alcune cause cliniche che determinano il reflusso gastrico come uno dei principali sintomi. È questo il caso dell’ernia iatale: si tratta di una condizione anatomica caratterizzata dalla protrusione della porzione superiore dello stomaco attraverso l'apertura del diaframma chiamato "orifizio iatale". Questa apertura, usualmente, funge da barriera tra l'esofago e lo stomaco, impedendo il reflusso del contenuto gastrico nell'esofago. Tuttavia, quando si verifica un'ernia iatale, questa barriera naturale può risultare compromessa: la parte superiore dello stomaco viene spinta verso l'alto nell'area toracica, creando una situazione in cui il cardias, la valvola che normalmente previene il reflusso acido nell'esofago, perde parte della sua efficacia. Di conseguenza, i succhi gastrici contenenti acido cloridrico possono risalire nell'esofago, causando il sintomo comune noto come reflusso gastroesofageo. Questo fenomeno può portare a sintomi spiacevoli come bruciore di stomaco, rigurgito acido e irritazione dell'esofago, rendendo l'ernia iatale un fattore di rischio significativo per lo sviluppo del reflusso gastrico.
Ci sono poi alcuni fattori di rischio che aumentano le probabilità che una persona possa soffrire di questo disturbo, anche in via del tutto passeggera:
- posizione del corpo, ad esempio coricarsi subito dopo pranzo può favorire il reflusso poiché la forza di gravità non aiuta a mantenere gli acidi gastrici nello stomaco;
- assunzione di alcuni farmaci, come i cosiddetti ani-infiammatori non steroidei (FANS). Proprio per questo, molto spesso, il medico prescrive l’assunzione di un gastroprotettore;
- consumare regolarmente tabacco, in quanto indebolisce l’azione dello sfintere esofageo inferiore;
- avanzare dell’età, dal momento che questa problematica è più comune nelle persone anziane rispetto a quelle giovani. Questo è dovuto al fatto che lo sfintere esofageo è soggetto ad un progressivo rilassamento in maniera coerente rispetto a quello che succede al resto dei tessuti.
Alcune condizioni specifiche, come la gravidanza possono portare la persona a soffrire di questo fastidio per via delle modifiche anatomiche e ormonali che si verificano durante questo periodo. Uno dei principali fattori è l'aumento del livello di progesterone, un ormone prodotto in quantità maggiore durante la gravidanza, il quale rilassa i muscoli lisci, incluso il cardias, la valvola che separa l'esofago dallo stomaco. Questo rilassamento può causare un indebolimento della funzione del cardias nel prevenire il reflusso dei contenuti gastrici nell'esofago.
Inoltre, il progressivo ingrossamento dell'utero in crescita esercita una pressione fisica sugli organi circostanti, inclusi lo stomaco e l'intestino. Questa pressione può spingere il contenuto dello stomaco verso l'alto, causando una compressione dell'esofago e facilitando il reflusso dei succhi gastrici nell'esofago.
Infine, l'ereditarietà del reflusso gastrico è una questione di crescente interesse nella ricerca medica. Numerose evidenze scientifiche suggeriscono che esista una componente genetica nella predisposizione a questa condizione. Gli studi condotti su famiglie e gemelli identici hanno dimostrato che l'insorgenza del reflusso gastrico può essere influenzata dalla presenza di determinati geni ereditati. In particolare, sono stati identificati geni che codificano per proteine coinvolte nella regolazione della funzione del cardias, la valvola che impedisce il reflusso dei contenuti gastrici nell'esofago. Mutazioni o varianti genetiche in queste proteine possono rendere il cardias meno efficace nel suo ruolo di barriera, aumentando così il rischio di reflusso acido.
Rimedi e cure per il reflusso gastrico
I rimedi contro il reflusso gastrico possono essere di varia natura a seconda della gravità del disturbo, dell’età della persona e del suo quadro clinico complessivo.
La cura farmacologica può prevedere la prescrizione dei cosiddetti inibitori della pompa protonica (IPP) che operano tramite l'inibizione del processo di secrezione dell'acido cloridrico nello stomaco. Va notato che l'uso di questa soluzione può comportare effetti collaterali, quali disturbi all’apparato gastrointestinali e forti mal di testa, che tuttavia, tendono a scomparire dopo la sospensione del trattamento.
In aggiunta o in alternativa è possibile che venga suggerito di assumere dei gastroprotettori, ossia dei farmaci che permettono di lenire il fastidio provocato dal reflusso gastrico.
I farmaci procinetici rappresentano una categoria terapeutica volta a prevenire il reflusso gastroesofageo promuovendo una motilità adeguata e agevolando lo svuotamento dello stomaco e dell'esofago, particolarmente in seguito all'assunzione di cibo. Questa classe farmacologica include il domperidone, la metoclopramide e la levosulpiride. In circostanze rare, l'impiego di tali farmaci può manifestare effetti avversi, tra cui tremori, disturbi neurologici, prolungamento dell'intervallo QT nell'elettrocardiogramma e un incremento dei livelli di prolattina.
I rimedi più efficaci contro il reflusso gastrico riguardano lo stile di vita della persona che ne soffre. Dal momento che, spesso, questo disturbo può essere dato da un accumulo di stress è essenziale sforzarsi di condurre una vita tranquilla. Affrontare la giornata che si prospetta con la giusta consapevolezza, organizzare gli appuntamenti e cercare di vivere serenamente può essere un primo passo per porre rimedio al disturbo.
È opportuno porre attenzione alla dieta che si segue, evitando di assumere alcuni alimenti:
- piccanti, in quanto non farebbero altro che irritare ulteriormente la mucosa gastrica stimolando il fenomeno della risalita dei succhi gastrici lungo l’esofago;
- caffè o bevande con la caffeina perché si tratta di un componente altamente irritante per lo stomaco, soprattutto quando viene assunto in quantità eccessive. Inoltre, la caffeina può indebolire la funzione del muscolo sfintere esofageo inferiore, la cui principale responsabilità è prevenire il reflusso dei contenuti gastrici nell'esofago;
- alcolici e superalcolici, poiché hanno un effetto analogo a quello della caffeina;
- pomodori e agrumi in quanto particolarmente acidi;
- fritti o grassi, dal momento che il processo digestivo di questi cibi richiede una maggiore quantità di acido cloridrico in poco tempo e comporta un ritardo nello svuotamento dello stomaco;
- bevande gassate;
- menta, a differenza di quanto si possa pensare ha un effetto rilassante sullo sfintere esofageo inferiore responsabile del reflusso. Un’analoga considerazione si potrebbe fare anche per il cioccolato.
Al tempo stesso è opportuno prediligere gli alimenti facilmente digeribili e poco elaborati: in questo senso sarebbe meglio consumare i piatti con condimenti leggeri e con olio extravergine di oliva. Tra i cibi amici di chi soffre di reflusso gastrico ci sono:
- fibre alimentari, cereali integrali, frutta e verdura, favoriscono il transito intestinale e possono aiutare a ridurre la pressione intra-addominale, riducendo così il rischio di incorrere in questa problematica;
- verdure non amidacee, come broccoli, carote, cavoli e zucchine;
- frutta a basso contenuto di acido, come banane, mele e pere;
- proteine magre che contribuiscono a ridurre la pressione sullo sfintere esofageo inferiore;
- prodotti lattiero-caseari a basso contenuto di grassi, come latte scremato, yogurt senza grassi e formaggi light in quanto contengono il rilassamento dello sfintere esofageo inferiore;
- cereali, pane, riso e pasta integrali invece di quelli raffinati può aiutare a migliorare la digestione e a ridurre il rischio di reflusso;
- erbe e spezie, come basilico, prezzemolo e timo, zenzero e curcuma, possono dare sapore ai piatti senza appesantirli.
Inoltre, anche l’idratazione gioca un ruolo cruciale per la salute digestiva in quanto permette, tra l’altro, di diluire gli acidi nello stomaco e a prevenire il bruciore di stomaco.
Infine non bisogna sottovalutare il ruolo dell’attività fisica e dei vantaggi che svolge su chi soffre di reflusso gastrico:
- controllo del peso corporeo, dal momento che l'obesità è un fattore di rischio poiché l'eccesso di grasso addominale può aumentare la pressione sulla parte superiore dello stomaco e indebolire lo sfintere esofageo inferiore;
- favorire la peristalsi intestinale;
- ridurre lo stress che non solo è un elemento che contribuisce al presentarsi di questo disturbo, ma consente anche il rilascio di endorfine che ne contrastano l’azione;
- miglioramento della postura, un elemento essenziale per evitare la compressione dello stomaco e ridurre il rischio di risalita dei succhi gastrici;
- favorire la digestione, soprattutto quando si esegue un’attività fisica moderata;
- aumentare l’equilibrio ormonale.
Il trattamento del reflusso gastrico nei bambini richiede una serie di misure mirate a ridurre i sintomi e a promuovere la guarigione dell'infiammazione esofagea. Prima di tutto è importante far mangiare il bambino in posizione eretta, evitare la posizione supina, in quanto ciò può favorire il reflusso.
Inoltre, nel caso il bambino abbia sintomi notturni, è opportuno sollevare la testa del letto del bambino di circa 30 gradi può aiutare a prevenire il reflusso durante il sonno. Se poi il piccolo è ancora in età di allattamento, quello al seno è preferibile al biberon, in quanto il latte materno è più facilmente digeribile e può ridurre il rischio di reflusso.