Il mal di schiena è uno dei disturbi muscolo-scheletrici più diffusi al mondo che si manifesta con una sensazione persistente o ricorrente di fastidio, dolore, intorpidimento, formicolio e rigidità muscolare alla schiena, più comunemente nella parte bassa (lombalgia), con possibile irradiazione alla regione cervicale, dei glutei, della coscia o degli arti inferiori.

In base alla durata dei sintomi, che possono variare da lievi a intensi a seconda della causa scatenante, è possibile distinguere tra mal di schiena acuto e cronico. 

Quello acuto può durare da pochi giorni fino a massimo 3 settimane ed è generalmente causato da sforzi eccessivi o movimenti scorretti. Quello cronico, invece, dura più di 3 settimane ed è associato a cause di diversa entità e natura, come artrite, osteoporosi, sciatica o obesità.

Nella maggior parte dei casi, il mal di schiena è di natura benigna e regredisce spontaneamente. Dopo la guarigione, però, il rischio di recidiva nei 12 mesi successivi è elevato. In altri casi, invece, il disturbo indica la presenza di una patologia sottostante che può rappresentare un pericolo per la salute e richiede una valutazione medica approfondita.

Sintomi

In base alla zona in cui è localizzato il dolore, è possibile distinguere tra diverse tipologie di mal di schiena, ciascuna delle quali si manifesta con sintomi specifici:

  • cervicalgia;
  • lombalgia;
  • dorsalgia.

Si parla di cervicalgia quando il dolore è localizzato nella parte alta della schiena o nelle ossa del collo e colpisce la colonna cervicale. È spesso causata da stress o posture scorrette e, in genere, regredisce spontaneamente nel giro di pochi giorni.

La lombalgia, invece, è un dolore localizzato nella parte bassa della schiena, intorno alle vertebre lombari. È la forma di mal di schiena più comune, solitamente causata da infortuni muscolari o traumi ai legamenti. Può rendere difficile eseguire anche i più piccoli movimenti.

Quando il dolore è localizzato nella parte centrale della schiena, intorno alle vertebre toraciche, si parla di dorsalgia. Eventuali disturbi a carico della colonna toracica, essendo questa composta da vertebre meno mobili rispetto alle altre, possono causare dolore e sensazioni di rigidità o limitare i movimenti.

I sintomi più comuni della cervicalgia sono:

  • mal di testa, che può insorgere nella regione occipitale (parte posteriore della testa) e irradiarsi verso la fronte e le tempie;
  • dolore al collo e alle spalle;
  • limitazioni nei movimenti della testa e delle spalle;
  • rigidità, contratture e spasmi muscolari.

Quando il dolore è causato dalla compressione di un nervo o del midollo spinale, oltre ai sintomi suddetti, possono manifestarsi anche:

  • intorpidimento delle braccia, che può variare in intensità, da una leggera sensazione di formicolio fino a una significativa debolezza muscolare;
  • difficoltà a mantenere l’equilibrio;
  • difficoltà di deambulazione;
  • formicolii intermittenti o persistenti alle mani o alle dita.

Alla lombalgia, invece, sono associati i seguenti sintomi:

  • difficoltà di movimento. Le persone affette da lombalgia possono sperimentare difficoltà a piegarsi, girarsi o eseguire semplici movimenti quotidiani, come raccogliere oggetti da terra;
  • spasmi muscolari, che possono variare in intensità e durata. I muscoli si contraggono in modo involontario, cercando di proteggere la zona dolorante, generando fastidio e disagio;
  • dolore ai glutei, all'inguine o alle gambe;
  • debolezza muscolare;
  • sensibilità al tatto. A causa dell'irritazione dei tessuti muscolari e delle strutture circostanti, la zona lombare può diventare sensibile e reattiva al contatto fisico. Anche il tocco leggero può provocare disagio;
  • pizzicore, sintomo generalmente associato all'irritazione dei nervi spinali;
  • intorpidimenti degli arti inferiori;
  • disturbi del sonno. I pazienti che soffrono di lombalgia possono risvegliarsi durante la notte a causa del dolore, il che può influenzare la qualità complessiva del sonno e portare a problemi di affaticamento e irritabilità durante il giorno.

I sintomi più comuni della dorsalgia sono:

  • fitte improvvise dietro la schiena;
  • intorpidimento, prurito e formicolio a spalle, braccia e mani;
  • irrigidimento del collo;
  • mal di testa;
  • indebolimento e affaticamento muscolare;
  • difficoltà di movimento;
  • rigidità muscolare.

Più raramente, la dorsalgia si manifesta con condizioni cliniche quali:

  • difficoltà di movimento e di deambulazione;
  • difficoltà respiratorie, causate dal coinvolgimento dei muscoli intorno al diaframma;
  • ritenzione urinaria e incapacità di svuotare parzialmente o completamente la vescica.

Se il dolore persiste e non regredisce spontaneamente nel giro di pochi giorni, è consigliato rivolgersi al proprio medico. Durante la visita, il paziente riferisce tutti i sintomi, spiegando come si è sviluppato il fastidio e se determinati movimenti lo intensificano o lo alleviano.

Cause

Cervicalgia, lombalgia e dorsalgia non sono malattie in senso stretto, ma il sintomo comune di disturbi di diversa entità e natura, dalla postura scorretta fino ai calcoli renali. Le cause del mal di schiena sono numerose e si distinguono in:

  • muscolari;
  • osteo-articolari;
  • nervose;
  • viscerali;
  • infettive;
  • vascolari;
  • tumorali;
  • psichiatriche.

Le cause muscolari sono associate a tensioni o lesioni che colpiscono i muscoli che circondano la colonna vertebrale. Movimenti bruschi, sollevamento di pesi e posture scorrette possono sottoporre i muscoli a uno stress eccessivo. La mancanza di esercizio fisico e condizioni di debolezza muscolare possono contribuire a questo tipo di dolore.

Quelle osteo-articolari, invece, coinvolgono ossa e articolazioni. L'osteoartrosi rappresenta una delle cause più comuni di dolore alla schiena. Questa condizione provoca una degenerazione delle articolazioni, portando a dolori cronici. Anche le ernie del disco possono essere responsabili del disturbo: il materiale presente all’interno del disco intervertebrale fuoriesce dalla sua sede naturale, comprimendo i nervi spinali e provocando dolore.

Le cause nervose sono perlopiù associate alla compressione dei nervi situati nella regione della colonna vertebrale. La sciatica rappresenta uno dei casi più noti. Il mal di schiena può essere causato anche dalla compressione midollare o dal deterioramento delle radici nervose spinali. In entrambi i casi, il dolore può essere acuto o cronico, a seconda della gravità della condizione.

Il dolore alla schiena può essere dovuto anche disturbi interni, come quelli gastrointestinali. Si parla, in questo caso, di cause viscerali. Il colon irritabile e la colite sono i disturbi più comuni associati a questo disturbo. Il dolore è generalmente accompagnato da altri sintomi, quali gonfiore addominale o cambiamenti nella frequenza delle evacuazioni.

Il mal di schiena può essere causato anche da infezioni, come l'osteomielite. In questo caso, i batteri infettano le ossa della colonna vertebrale, provocando un dolore spesso associato a febbre e ad altri sintomi tipici di un’infezione.

Problemi circolatori come coaguli di sangue o una ridotta circolazione sanguigna possono provocare dolore alla schiena. Tra le principali cause vascolari c’è la trombosi venosa profonda, una condizione per cui si sviluppano coaguli nelle vene delle gambe. A volte, questi coaguli possono migrare verso i vasi sanguigni vicini alla colonna vertebrale, causando mal di schiena.

Anche se meno comuni, tra le cause del mal di schiena ci sono anche quelle tumorali. Tumori benigni o maligni possono svilupparsi nella colonna vertebrale o nelle strutture circostanti. Questi possono esercitare pressione sui tessuti, provocando una sensazione di dolore alla schiena.

All’origine del disturbo possono esserci anche cause psichiatriche. Lo stress, l'ansia e la depressione possono generare tensione a livello muscolare e contribuire all’insorgenza del dolore.

Riuscire a capire qual è la causa del mal di schiena in autonomia è pressoché impossibile. Questo perché la diagnosi è particolarmente complessa, tanto quanto il percorso terapeutico che ne consegue, soprattutto nelle situazioni che richiedono interventi posturali o drastici cambiamenti nelle abitudini di vita.

Al mal di schiena è associata un’eziologia estremamente variegata. Per questo motivo, in fase di diagnosi, ad assumere particolare rilevanza sono la storia del paziente e l’analisi del suo stile di vita.

Svolge un ruolo primario l'esame obiettivo del medico. Quest’ultimo tende a temporeggiare per alcune settimane, in attesa che il mal di schiena regredisca spontaneamente. In questo arco di tempo, ma generalmente non prima di 7 giorni, può suggerire un trattamento farmacologico antidolorifico e/o antinfiammatorio.

Se il dolore persiste, non accenna a migliorare o addirittura peggiora, è consigliabile rivolgersi ad un fisioterapista osteopata. Lo specialista, se lo riterrà opportuno, potrà effettuare un'indagine strumentale di immaginografia (RX, TAC, RM). 

Anche se il mal di schiena può manifestarsi in qualsiasi momento in base alla causa scatenante, ci sono alcuni fattori di rischio che possono favorire l’insorgenza del disturbo, tra cui:

  • obesità. Il peso incide sulla postura e, se eccessivo, può scatenare dei forti e frequenti mal di schiena;
  • fumo di sigaretta, che danneggia il disco intervertebrale e provoca alterazioni a carico della spina dorsale;
  • postura scorretta per periodi di tempo prolungato;
  • lavori pesanti. Sollevare pesi o svolgere lavori che richiedono sforzi frequenti della schiena possono favorire l’infiammazione;
  • prolungata stazione eretta;
  • frequenti torsioni o flessioni del busto;
  • nervosismo e ansia. Non bisogna mai sottovalutare la sfera psicosomatica delle persone particolarmente ansiose o depresse.

Rimedi e cure per il mal di schiena

I rimedi e le cure per il mal di schiena variano in base alla forma del disturbo, che può essere acuta, con una risoluzione dei sintomi entro tre mesi, o cronica, che perdura per un lasso di tempo più prolungato.

Le persone che soffrono di mal di schiena acuti, di bassa o moderata gravità, possono trarre sollievo adottando queste buone pratiche:

  • sottoporsi a manipolazione fisioterapica e osteopatica, soprattutto in sede spinale;
  • correggere posture scorrette;
  • modificare abitudini lavorative che richiedono sforzi eccessivi a carico della schiena;
  • indossare calzature comode;
  • dormire bene, mettendosi su un fianco e sistemando con un cuscino fra le ginocchia. Quest’ultimo aiuta a mantenere i fianchi, il bacino e la colonna vertebrale in uno stato di migliore allineamento;
  • praticare esercizio fisico preventivo-riabilitativo che prevede flessibilità e mobilità articolare, oltre che il potenziamento dei muscoli, soprattutto di quelli spinali;
  • perdita dell'eccesso di peso, soprattutto se si soffre di obesità.

Il medico, se lo ritiene opportuno, può prescrivere al paziente una terapia farmacologica. Questi sono i principali farmaci per il mal di schiena, sia ad uso topico che da assumere per via orale, parenterale o rettale:

  • antinfiammatori non steroidei (FANS) che, grazie alla loro azione antinfiammatoria e analgesica, vengono largamente usati nel trattamento di questo disturbo. I farmaci impiegati per questo scopo sono davvero numerosi e adatti a differenti modalità di somministrazione. Le più comuni sono quella orale, in forma di compresse, capsule o granulato, e quella topica locale, che include gel cutanei, creme dermatologiche e cerotti medicati;
  • paracetamolo, principio attivo che svolge una potente azione analgesica e antipiretica. I farmaci a base di questo attivo aiutano a contrastare i sintomi del mal di schiena, nonostante alcuni pazienti possano non riscontrare benefici in seguito alla loro assunzione. Nello specifico, il paracetamolo è indicato per il trattamento di dolori lievi e moderati, sia negli adulti che nei bambini. È disponibile in compresse, polvere, granulato e sciroppo, ma anche in formulazioni adatte alla somministrazione per via rettale (supposte) o per via parenterale (infusi);
  • analgesici oppioidi, che contrastano il dolore grazie all’interazione con i recettori oppioidi endogeni. Questi farmaci non costituiscono la prima linea di difesa contro il mal di schiena e vengono prescritti solo in casi specifici, come in situazioni di dolore intenso che non può essere controllato con l’assunzione di FANS e/o paracetamolo e la cui causa può risiedere in patologie neoplastiche o degenerative.

I pazienti affetti da mal di schiena cronico possono trarre sollievo dal dolore non solo seguendo una dieta mirata alla perdita di peso qualora soffrissero di obesità, sottoponendosi a manipolazione fisioterapica e osteopatica in sede spinale o praticando esercizio fisico preventivo-riabilitativo, ma anche seguendo un percorso di condizionamento motorio-aerobico e sottoponendosi a trattamenti multidisciplinari bio-psicosociali.

Anche nei casi di mal di schiena cronico, la terapia farmacologica prescritta dal medico può rappresentare un valido coadiuvante nel trattamento a breve termine del disturbo perché aiuta ad alleviarne i sintomi e a migliorare la qualità della vita.

Tra i rimedi per il mal di schiena ci sono anche i cerotti senza farmaci, simili a quelli medicati a base di FANS, ma privi di componenti ad azione farmacologica. Questi prodotti, tra i loro ingredienti, contengono estratti di piante che, grazie alla loro azione antinfiammatoria, aiutano ad alleviare i dolori muscolari.

Esistono anche cerotti autoriscaldanti e cerotti effetto freddo che sfruttano, rispettivamente, il calore e il freddo, in associazione o meno a estratti vegetali, per dare sollievo dal mal di schiena.

Altri trattamenti e buone pratiche efficaci contro il mal di schiena, sia cronico che acuto, soprattutto se combinati con terapie farmacologiche e/o fisioterapiche, sono:

  • terapia a ultrasuoni, che sfrutta onde sonore ad alta frequenza per irradiare i tessuti. Questi ultimi entrano in vibrazione e producono calore. Da questo effetto deriva quello curativo. L'ultrasuono può contribuire a migliorare il flusso sanguigno, ridurre la rigidità muscolare e alleviare il dolore;
  • stimolazione elettrica funzionale, un trattamento riabilitativo che rinforza o decontrae i muscoli al fine di aumentarne la forza. Si rivela particolarmente efficace per contrastare il dolore;
  • tecniche di rilassamento muscolare, come la respirazione profonda, la meditazione o l'autoipnosi, che riducono la tensione muscolare e insegnano a riconoscere e a controllare la risposta del corpo allo stress;
  • manipolazione chiropratica, utile per migliorare la funzione delle articolazioni e dei muscoli, riducendo il dolore alla schiena;
  • agopuntura;
  • massaggi, che possono contribuire ad alleviare la tensione muscolare, migliorare la circolazione e rilassare i tessuti;
  • yoga, che aiuta a migliorare la flessibilità, rafforzare i muscoli e favorire il rilassamento. 

La chirurgia si rivela necessaria solo in casi rari, in genere quando le persone affette da mal di schiena presentano deficit neurologici gravi che non possono essere risolti con altri trattamenti terapeutici.

Il rimedio migliore contro il mal di schiena è la prevenzione, che consiste nell’adozione di uno stile di vita corretto e nel mantenimento dell’efficienza fisica. Più nel dettaglio, per prevenire il disturbo è bene:

  • eliminare abitudini poco salutari come il fumo e il consumo di alcolici;
  • imparare a gestire lo stress;
  • mantenere il normopeso. Dimagrire se si è in sovrappeso o ingrassare se si è sottopeso;
  • rafforzare i muscoli core, ovvero quelli che hanno sede a livello addominale e lombare e che sono necessari per garantire stabilità e sostegno alla colonna vertebrale durante il movimento;
  • allenare la muscolatura della colonna vertebrale, non solo i muscoli superficiali, ma soprattutto quelli flessori ed estensori collocati più in profondità;
  • correggere i difetti di postura;
  • nei casi in cui è necessario stare seduti a lungo, scegliere una sedia ergonomica, regolare lo schienale e mantenere la schiena dritta, eventualmente utilizzando una fascia lombare. Quando si è alla guida, sistemarsi ad una distanza sufficiente per consentire al bacino di appoggiarsi allo schienale mentre si mantengono le ginocchia flesse;
  • nei casi in cui è necessario mantenere una postura eretta a lungo, indossare calzature comode, eventualmente utilizzando plantari specifici;
  • sollevare oggetti pesanti allargando adeguatamente i piedi, flettendo le ginocchia e tenendo il carico vicino al proprio baricentro, senza inarcare la schiena verso il basso.

Il mal di schiena rappresenta una grande sfida diagnostica e terapeutica e non deve mai essere sottovalutato. Rivolgersi tempestivamente al proprio medico è essenziale per una gestione efficace del disturbo, prevenire potenziali complicanze ed evitare possibili ricadute. 

Attenendosi alla terapia da lui raccomandata, sarà possibile tenere sotto controllo i sintomi e, in alcuni casi, contrastare definitivamente il problema. Durante il trattamento, è fondamentale che il paziente riferisca gli effetti della terapia, così che lo specialista possa valutarne l'efficacia e, se lo ritiene opportuno, proporre soluzioni alternative.

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