La pressione alta, o ipertensione arteriosa, è una delle condizioni più comuni e insidiose che affliggono la popolazione mondiale. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), si stima che oltre un miliardo di persone nel mondo soffrano di questa patologia. Una delle caratteristiche principali dell’ipertensione è che spesso si sviluppa in maniera silenziosa, senza sintomi evidenti, rendendo fondamentale la prevenzione e il monitoraggio costante. Tuttavia, in alcuni casi, possono emergere segnali che indicano un aumento pericoloso della pressione sanguigna. 

Sintomi della pressione alta

La pressione alta è spesso considerata una condizione silenziosa, poiché per molti anni può svilupparsi senza presentare sintomi evidenti. Tuttavia, quando la pressione sanguigna supera determinati livelli, possono emergere segnali che indicano un pericolo imminente per la salute. Questi sintomi, talvolta sottovalutati o confusi con altre problematiche, meritano attenzione clinica per prevenire complicazioni gravi come ictus, infarti o insufficienza renale.

Tra i sintomi più frequenti ci sono: 

  • mal di testa persistente, uno dei sintomi più comuni associati all’ipertensione, specialmente quando i valori pressori raggiungono livelli critici. Si tratta spesso di un dolore pulsante o pressante localizzato nella regione frontale o occipitale del cranio. Questo sintomo è più frequente al mattino, quando la pressione è fisiologicamente più alta; 
  • vertigini e capogiro, la sensazione di instabilità o vertigini può essere causata da un’alterazione del flusso sanguigno al cervello. Questo sintomo è più comune negli individui anziani, che possono essere particolarmente vulnerabili agli effetti dell’ipertensione; 
  • problemi visivi, l’ipertensione può influire sui piccoli vasi sanguigni della retina, provocando alterazioni della vista. Offuscamento, visione doppia o comparsa di macchie nere nel campo visivo sono segnali da non sottovalutare. Nei casi più gravi, si possono verificare emorragie retiniche; 
  • dolore toracico, sebbene meno frequente, il dolore al petto può indicare un aumento del carico di lavoro del cuore dovuto alla pressione alta. Questo sintomo può essere un segnale di un problema cardiaco sottostante e deve essere trattato come un’emergenza; 
  • palpitazioni, un battito cardiaco irregolare o accelerato può essere legato all’ipertensione. Questo sintomo è spesso accompagnato da una sensazione di ansia o disagio, e in alcuni casi può indicare un rischio di aritmie o altre complicazioni cardiache; 
  • sensazione di affaticamento, una stanchezza persistente, apparentemente immotivata, può essere il risultato di un aumento dello sforzo del cuore nel pompare il sangue contro una pressione elevata. Questo sintomo è particolarmente comune in persone con ipertensione cronica.

Accanto a questi, ci sono anche alcuni sintomi della pressione alta meno conosciuti ma che quando riscontrati devono far scattare un campanello d’allarme: 

  • epistassi (sangue dal naso), sebbene non comune, l’epistassi può verificarsi in caso di ipertensione grave o crisi ipertensive. È spesso il risultato di una rottura dei piccoli vasi sanguigni del naso, sollecitati dalla pressione elevata; 
  • acufene, alcune persone con pressione alta riportano la sensazione di un ronzio o un sibilo persistente nelle orecchie. Questo fenomeno può essere legato a un’alterazione della pressione nei vasi sanguigni vicini al sistema uditivo; 
  • dispnea, la difficoltà respiratoria, o dispnea, può insorgere in caso di ipertensione avanzata. Questo sintomo può indicare complicazioni cardiache, come insufficienza cardiaca o edema polmonare, e richiede un intervento immediato; 
  • nausea e vomito, nei casi di ipertensione severa o emergenze ipertensive, possono comparire nausea e vomito. Questo sintomo è spesso associato a un aumento della pressione intracranica o a disturbi cerebrali causati dall’ipertensione; 
  • sudorazione eccessiva e insolita, soprattutto quando non correlata a fattori ambientali o fisici, può essere un segno di una crisi ipertensiva o di una reazione del corpo all’elevata pressione.

Tra i sintomi della pressione alta bisogna saper riconoscere anche quelli delle vere e proprie crisi ipertensive, ossia di quando la pressione sanguigna supera i 180/120 mmHg, causando una condizione pericolosa che richiede assistenza medica immediata. In questa situazione, i sintomi possono includere:

  • dolore toracico acuto.
  • difficoltà respiratorie marcate.
  • confusione mentale o perdita di coscienza.
  • disturbi neurologici, come debolezza muscolare o difficoltà a parlare.

Tenere sotto controllo i sintomi e monitorare questo parametro con misuratori di pressione da polso o da braccio è il primo passo per diventare consapevoli della presenza o meno del problema. 

Cause

Considerata uno dei principali fattori di rischio per malattie cardiovascolari, renali e cerebrovascolari, l’ipertensione colpisce milioni di persone nel mondo, spesso senza manifestare sintomi evidenti. Comprendere le cause che ne sono alla base è essenziale per prevenirla, diagnosticarla e trattarla efficacemente. 

L’ipertensione primaria, o essenziale, rappresenta circa il 90-95% dei casi e non è associata a una causa identificabile specifica. Si tratta di una condizione complessa, il risultato dell’interazione tra predisposizione genetica e fattori ambientali e comportamentali. Tra questi ci sono: 

  • predisposizione genetica, numerosi studi hanno evidenziato un ruolo importante della genetica nello sviluppo dell’ipertensione. Se un genitore è iperteso, le probabilità di sviluppare questa condizione aumentano significativamente. Sono stati identificati geni che regolano la funzione renale, il sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS) e la resistenza vascolare periferica, tutti elementi cruciali nella regolazione della pressione arteriosa; 
  • consumo eccessivo di sodio, una dieta ricca di sale è strettamente correlata all’aumento della pressione arteriosa. Il sodio favorisce la ritenzione idrica, aumentando il volume ematico e la pressione nei vasi; 
  • scarsa assunzione di potassio che aiuta a controbilanciare gli effetti del sodio, promuovendo l’escrezione urinaria di quest’ultimo. Una dieta carente di potassio può favorire l’ipertensione; 
  • obesità, l’eccesso di peso corporeo comporta un maggiore carico per il cuore e un aumento della resistenza vascolare, due fattori che contribuiscono all’aumento della pressione
  • sedentarietà, uno stile di vita inattivo riduce la capacità del sistema cardiovascolare di adattarsi alle variazioni di pressione. L’esercizio fisico regolare, al contrario, migliora l’elasticità dei vasi sanguigni e riduce la resistenza vascolare periferica; 
  • alcol, un’assunzione regolare e significativa di alcol può danneggiare il sistema cardiovascolare e favorire l’insorgenza dell’ipertensione.
  • fumo, la nicotina provoca una vasocostrizione immediata e persistente, che aumenta la pressione arteriosa. Inoltre, il fumo danneggia le pareti dei vasi, favorendo l’aterosclerosi.

Inoltre ci sono anche altri elementi come lo stress costante che stimola il sistema nervoso simpatico, aumentando la produzione di ormoni come l’adrenalina e il cortisolo. Questo processo può portare a un innalzamento persistente della pressione arteriosa.

A differenza della primaria, l’ipertensione secondaria, che rappresenta circa il 5-10% dei casi, è causata da condizioni mediche o dall’uso di determinati farmaci. È spesso più grave rispetto all’ipertensione primaria, ma può essere trattata efficacemente identificandone la causa sottostante. Tra le cause da tenere in considerazione ci sono: 

  • patologie renali, proprio perché i reni svolgono un ruolo centrale nella regolazione della pressione arteriosa. Malattie come la stenosi dell’arteria renale, la glomerulonefrite cronica e l’insufficienza renale possono compromettere la capacità dei reni di eliminare il sodio e mantenere l’equilibrio dei fluidi, portando a un aumento della pressione; 
  • disturbi endocrini, come l’iperaldosteronismo primario, una produzione eccessiva di aldosterone, un ormone che regola il sodio e il potassio, può causare un accumulo di sodio e un aumento della pressione; 
  • apnea ostruttiva del sonno (OSA), è associata a un aumento della pressione arteriosa attraverso meccanismi che coinvolgono l’attivazione del sistema nervoso simpatico e la riduzione dell’ossigenazione notturna. Questa condizione, spesso non diagnosticata, è un importante fattore di rischio per l’ipertensione.

Inoltre, anche alcuni farmaci possono causare un aumento della pressione arteriosa, tra cui:

  • Contraccettivi orali, soprattutto quelli contenenti estrogeni.
  • Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS).
  • Decongestionanti nasali contenenti pseudoefedrina. L’uso di sostanze stimolanti come cocaina e anfetamine può causare picchi pressori pericolosi.

Una condizione come la coartazione dell’aorta, un restringimento congenito dell’arteria principale, può portare a un aumento della resistenza al flusso sanguigno e a una pressione arteriosa elevata.

Ci sono poi alcuni fattori di rischio che possono aumentare la probabilità di sviluppare ipertensione, senza rappresentarne una causa diretta. Tra questi:

  • età, la pressione tende a salire con l’invecchiamento, a causa della perdita di elasticità delle arterie.
  • storia familiare, la presenza di ipertensione nei parenti di primo grado aumenta la probabilità di sviluppare la condizione.

Rimedi

I cambiamenti nello stile di vita sono spesso il primo passo per il trattamento dell'ipertensione, specialmente nei casi di ipertensione lieve o moderata: se applicati correttamente, possono ridurre significativamente i livelli di pressione e, in alcuni casi, eliminare la necessità di terapia farmacologica.

Un’elevata assunzione di sodio è uno dei principali fattori dietetici associati all’ipertensione e quindi da contrastare: le linee guida internazionali raccomandano di limitare l’assunzione di sodio a meno di 2.300 mg al giorno, equivalenti a circa un cucchiaino di sale, con un ulteriore beneficio derivante da un limite inferiore a 1.500 mg per individui con ipertensione.

Nella pratica quindi si può:

  • evitare cibi confezionati e processati, spesso ricchi di sodio.
  • utilizzare spezie ed erbe aromatiche come alternativa al sale per insaporire i piatti.
  • controllare le etichette nutrizionali per individuare i livelli di sodio.

Al contempo, bisogna considerare il potassio che contrasta gli effetti negativi del sodio sulla pressione sanguigna, favorendo l’eliminazione del sodio attraverso le urine e rilassando le pareti dei vasi sanguigni. Alimenti ricchi di potassio includono banane, spinaci, patate dolci, avocado e pesce.

In alcuni casi e sotto stretta supervisione del proprio medico curante può essere suggerita la dieta DASH (Dietary Approaches to Stop Hypertension), un modello alimentare specificamente progettato per ridurre la pressione arteriosa. Questa dieta enfatizza il consumo di frutta, verdura, cereali integrali, latticini a basso contenuto di grassi, carni magre e pesce.

In particolare questo piano alimentare si basa su

  • Limitare il consumo di grassi saturi e zuccheri raffinati.
  • Incrementare l’apporto di fibre, calcio e magnesio, nutrienti essenziali per la regolazione della pressione.

L’obesità è strettamente correlata all’ipertensione: una perdita di peso anche modesta, pari al 5-10% del peso corporeo totale, può avere un impatto significativo sulla riduzione della pressione arteriosa.




L’esercizio fisico migliora la salute cardiovascolare, favorisce il controllo del peso e riduce la pressione arteriosa. Le raccomandazioni includono almeno 150 minuti di attività aerobica moderata a settimana, come camminata veloce, nuoto o ciclismo.

Un consumo eccessivo di alcol è un fattore di rischio per l'ipertensione: si consiglia di non superare le due unità alcoliche al giorno per gli uomini e una unità alcolica per le donne. Allo stesso tempo bisogna intervenire sullo stress cronico può contribuire all’innalzamento della pressione arteriosa: tecniche di rilassamento come la meditazione, il training autogeno e la mindfulness possono essere efficaci nel ridurre lo stress e migliorare il controllo della pressione.

Per molti pazienti, soprattutto quelli con ipertensione moderata o grave, i rimedi farmacologici sono essenziali per mantenere i valori pressori entro i limiti raccomandati. I farmaci per l’ipertensione agiscono attraverso diversi meccanismi per ridurre la pressione arteriosa: 

  • diuretici, come i tiazidici, aumentano l’eliminazione di sodio e acqua attraverso i reni, riducendo il volume sanguigno e, di conseguenza, la pressione arteriosa. Sono spesso utilizzati come trattamento di prima linea per l’ipertensione; 
  • inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE-inibitori), bloccano la formazione di angiotensina II, un potente vasocostrittore, favorendo il rilassamento dei vasi sanguigni; 
  • beta-bloccanti, come il propranololo, riducono la frequenza cardiaca e la forza di contrazione del cuore, diminuendo così la pressione arteriosa.

Sebbene i cambiamenti dello stile di vita e le terapie farmacologiche siano i trattamenti principali, alcuni rimedi complementari possono contribuire al controllo della pressione arteriosa. È importante consultare il medico prima di integrare questi approcci: 

  • magnesio può aiutare a rilassare i vasi sanguigni e migliorare il flusso sanguigno. Alimenti ricchi di magnesio includono noci, semi, legumi e cereali integrali; 
  • acidi grassi Omega-3 presenti nel pesce grasso (come salmone e sgombro) hanno dimostrato di ridurre la pressione arteriosa e migliorare la salute cardiovascolare; 
  • alcuni studi suggeriscono che l’agopuntura può aiutare a ridurre lo stress e abbassare i livelli di pressione, sebbene siano necessarie ulteriori ricerche per confermarne l’efficacia.

Un monitoraggio regolare della pressione arteriosa è essenziale per valutare l’efficacia dei trattamenti e apportare eventuali modifiche. L'uso di dispositivi per la misurazione domiciliare consente ai pazienti di controllare la propria pressione in autonomia, migliorando l’aderenza alle terapie.

La gestione dell'ipertensione richiede un approccio multidisciplinare e personalizzato. I cambiamenti dello stile di vita rappresentano il fondamento del trattamento, mentre la terapia farmacologica è essenziale nei casi più gravi. L’adozione di abitudini salutari, associata a un monitoraggio costante e a un dialogo aperto con il proprio medico, può fare la differenza nel controllo di questa condizione e nella prevenzione delle sue complicanze.

Copyright © 2024 - Amicafarmacia è una società di Talea Group S.p.a. | Via Marco Polo 190 - 55049 Viareggio (LU) - P.IVA 02072180504, Iscritta CCIAA di Lucca REA LU-219335. Farmacista Responsabile iscritto all’albo dei farmacisti della Provincia di Torino n°7839. Laurea in Farmacia conseguita in Italia. Codice deontologico reperibile sul sito FOFI Autorità competente e di Vigilanza: ASL TO5