Con la parola emorroidi nel gergo comune si fa riferimento alla malattia emorroidaria, ovvero all'infiammazione delle emorroidi, una parte anatomica del corpo situata nella zona del retto e dell'ano. Vengono chiamate anche plessi emorroidali e sono costituite da una rete di vasi sanguigni e di tessuto connettivo che aiutano a controllare l'apertura e la chiusura dell'ano. Svolgono un ruolo importante nel contenere le feci.

La malattia emorroidaria consiste nel rigonfiamento e nell'infiammazione delle emorroidi, che possono provocare anche dolore.

In questo articolo approfondiremo la malattia delle emorroidi, quali siano i sintomi, le cause, le cure e i rimedi.

Sintomi

Le emorroidi hanno una funzione fisiologica importante legata al controllo delle evacuazioni intestinali e della continenza. Insieme ai muscoli sfinterici anali, contribuiscono a regolare il passaggio delle feci e contribuiscono a mantenerne il contenimento. Le emorroidi sono cuscinetti vascolari composti da vasi sanguigni, tessuto connettivo e fibre di muscolo liscio. Durante il processo di defecazione, aiutano l'espulsione delle feci. Quando queste passano attraverso il retto, le emorroidi si dilatano e agevolano il movimento delle feci attraverso il canale anale. Dopo la defecazione, ritornano al loro stato normale, contraendosi. Le emorroidi contribuiscono anche a mantenere l'integrità del canale anale e a impedire la fuoriuscita involontaria di gas o liquidi, aiutando l'ano a chiudersi.

La malattia emorroidaria si verifica quando le emorroidi diventano infiammate, gonfie o ingrossate, provocando diversi disturbi.

Il dolore è uno dei sintomi principali di questo disturbo. Può manifestarsi durante o dopo la defecazione e può variare da lieve a intenso. Il dolore può essere generato dalla presenza di emorroidi gonfie, infiammate o trombizzate, cioè con un coagulo di sangue al loro interno. In alcuni casi, il dolore può perdurare anche dopo la defecazione ed essere accompagnato da sensazione di bruciore o di pesantezza nella zona anale.

Anche il prurito anale è un sintomo comune e viene originato dall'irritazione della pelle intorno alle emorroidi malate. Il prurito può essere fastidioso e acutizzarsi con l'aumento dell'irritazione della pelle intorno all'ano, per tanto la zona pruriginosa non dovrebbe mai essere grattata o sfregata, così da evitare di peggiorare la situazione con eventuali lesioni o infezioni.

Talvolta questi sintomi possono essere associati a un sanguinamento rettale. Con la defecazione, le emorroidi infiammate rischiano di danneggiarsi al passaggio di feci troppo dure o grosse, come anche per uno strofinamento troppo energico durante la pulizia, causando piccole perdite sanguinolente. Il sangue delle emorroidi tende ad essere di colore rosso brillante e può essere presente nelle feci o sulla carta igienica.

In alcuni casi si può verificare un prolasso, che corrisponde alla fuoriuscita delle emorroidi nella parte esterna dell'ano. Può essere indotto dall'indebolimento dei tessuti di supporto delle emorroidi o dallo sforzo eccessivo durante la defecazione. Il prolasso può provocare una sensazione di protuberanza o pienezza nell'ano.

L'entità dei sintomi può variare da persona a persona, ma anche in base alla posizione delle emorroidi infiammate e alla gravità della malattia. Si distinguono, a tal proposito, due tipi principali di emorroidi.
Il primo è quello delle emorroidi interne, chiamate così poiché si formano all'interno del retto. Sono costituite da cuscinetti vascolari e sono rivestite da una membrana mucosa. Di solito, non sono dolorose perché le emorroidi interne sono posizionate al di sopra della linea dove si trovano le terminazioni nervose sensibili al dolore. In alcuni casi, le emorroidi interne possono prolassare o sporgere attraverso il canale anale.

Il secondo tipo è costituito dalle emorroidi esterne, che, invece, si sviluppano all'esterno dell'ano. Sono composte da cuscinetti vascolari rivestiti dalla pelle. Le emorroidi esterne contengono più terminazioni nervose sensibili al dolore rispetto a quelle interne; quindi, sono più dolorose e fastidiose. Possono presentare gonfiori o grumi morbidi e sono visibili a occhio nudo o palpabili nella zona intorno all'ano. Se un coagulo di sangue si forma all'interno di un'emorroide esterna, si parla di emorroidi trombizzate, le quali procurano un aumento significativo del dolore e dell'irritazione e si associa di frequente a un nodulo duro e di colore violaceo nella zona anale.

La malattia emorroidaria viene classificata in quattro gradi di gravità, a seconda della posizione e della protrusione delle emorroidi.

Le emorroidi di grado 1 sono le più lievi. In questo stadio, le emorroidi malate restano nel retto e generalmente non prolassano. Non sono visibili dall'esterno e possono provocare prurito, sanguinamento rettale e sensazione di disagio generale.

Le emorroidi di grado 2 si protendono al di fuori dell'ano durante la defecazione o lo sforzo, ma rientrano automaticamente una volta cessato. Possono essere dolorose e pruriginose, oltre che provocare sanguinamento e sensazione di pienezza anale. In questo stadio, le emorroidi non sono visibili, ad eccezione del momento di prolasso momentaneo.

Nel grado 3 le emorroidi si caratterizzano per una protrusione prolungata e potrebbero richiedere una spinta manuale per poterle ricollocare all'interno dell'ano. In questo stadio, le emorroidi sono evidenti e visibili dall'esterno. Di solito provocano dolore, sanguinamento, prurito e un senso di pienezza anale.

Le emorroidi di grado 4 sono le più gravi. In questo stadio, il prolasso è permanente e non possono essere spinte all'interno dell'ano con una manovra manuale, per tanto è necessario l'intervento chirurgico. Possono essere dolorose, tendendo a sanguinare e a generare notevole disagio. Le emorroidi di grado 4 possono anche essere soggette a complicanze come la trombosi, che arreca dolore acuto e gonfiore.

Cause

Le emorroidi possono essere influenzate da diversi fattori, tra cui fattori genetici e predisposizione individuale. Infatti, alcune persone potrebbero avere una predisposizione ereditaria a sviluppare emorroidi a causa di specifiche caratteristiche genetiche che influenzano la struttura e la funzione delle vene emorroidali. Se c'è una storia familiare di emorroidi, è più probabile che la persona sviluppi questa patologia. Oltre ai fattori genetici, anche la predisposizione individuale ha un ruolo importante nello sviluppo delle emorroidi. Si può nascere con vene emorroidali più deboli o più facilmente soggette a pressione. In tal modo sono meno in grado di sostenere adeguatamente il flusso di sangue o controllare la pressione all'interno della regione anale.

I fattori genetici e la predisposizione individuale accrescono il rischio di sviluppare emorroidi, ma non sono l'unica causa della malattia. La costipazione cronica e la stitichezza, ad esempio, contribuiscono notevolmente alla loro insorgenza. La costipazione cronica si riferisce a una scarsa frequenza delle evacuazioni intestinali o al passaggio difficoltoso delle feci che persiste per diverse settimane o più a lungo. Questa condizione può comportare una pressione eccessiva sulle vene emorroidali durante i movimenti intestinali. Il bisogno di sforzarsi per evacuare, inoltre, aumenta la pressione anche nella zona anale, causando gonfiore e infiammazione delle vene emorroidali.

La stitichezza cronica è spesso correlata a una dieta povera di fibre, che può portare a feci dure e secche difficili da evacuare, aumentando il rischio di sforzo durante la defecazione. Delle contrazioni addominali eccessive e prolungate contribuiscono all'aumento della pressione sulle vene emorroidali e quindi lederle.

D'altra parte, anche la diarrea cronica è in grado di infiammare le emorroidi, a causa delle feci liquide, che spesso sono particolarmente acide e nocive per le mucose e l'epidermide. L'eccessiva irritazione e infiammazione possono condurre a sintomi come sanguinamento, prurito e dolore durante la defecazione. Inoltre, la diarrea cronica può contribuire alla stitichezza, poiché riduce il tempo di transito intestinale, accrescendo la probabilità di indurire le feci prodotte successivamente agli episodi di scarica.

Durante la gravidanza, poi, i cambiamenti ormonali, l'aumento del volume di sangue e la pressione esercitata dall'utero in crescita possono contribuire all’insorgenza della malattia emorroidaria. In questo caso, le emorroidi sono solitamente temporanee e spesso si risolvono dopo il parto.

Inoltre, la sedentarietà e la poca attività fisica sono degli ulteriori fattori di rischio. Uno stile di vita sedentario tende, infatti, ad aumentare la pressione nell'addome, compreso l'intestino, accrescendo la pressione sulle vene emorroidali, fino a generare gonfiore e infiammazione.

Tra i fattori di rischio principali per lo sviluppo delle emorroidi, ci sono anche obesità e sovrappeso. L'eccesso di grasso corporeo ha un forte impatto sulla salute generale dell’organismo, generando disturbi di natura diversa, alcuni dei quali influiscono sulla salute delle emorroidi. Innanzitutto, può esercitare una maggiore pressione sull'addome, e quindi sull'intestino, amplificando la pressione sulle vene emorroidali e favorendo la loro infiammazione. Inoltre, le persone obese possono essere più inclini a condurre uno stile di vita troppo sedentario e con poca attività fisica. La mancanza di movimento promuove la stasi del flusso di sangue nella zona anale, il quale è un fattore di rischio per l’infiammazione delle emorroidi. L'obesità è associata anche a un maggior pericolo di sviluppare malattie cardiovascolari, come l'ipertensione. Queste condizioni possono accrescere la probabilità di avere problemi di circolazione, inclusa in quella del sistema venoso delle emorroidi.

La diagnosi della malattia emorroidaria di solito prevede una combinazione di anamnesi medica, esame fisico e a volte test aggiuntivi, ad opera di professionisti medici, come i proctologi o i chirurghi del colon-retto. Durante l'esame fisico, il professionista sanitario ispeziona visivamente l'ano e l'area circostante alla ricerca di emorroidi esterne. Può anche eseguire un esame rettale attraverso la palpazione, che avviene tramite l'inserimento nel retto di un dito guantato, per cercare eventuali emorroidi interne e valutarne la dimensione, la posizione e la gravità della condizione. In alcuni casi, potrebbero essere necessari test aggiuntivi per confermare la diagnosi o escludere altre condizioni sottostanti. Ad esempio, l'anoscopia prevede l'utilizzo di uno strumento endoscopico, ovvero un tubicino dotato di luce e telecamera, che consente di ispezionare dall'interno il canale anale e il retto inferiore. 

L'anoscopia permette al professionista sanitario di visualizzare le emorroidi interne e determinare la loro dimensione e grado di prolasso. Si tratta di una procedura relativamente semplice e poco invasiva. Qualora il professionista sanitario sospetti altre condizioni, come la malattia infiammatoria cronica dell'intestino o il cancro del colon-retto, può procedere anche con la sigmoidoscopia o la colonscopia. Queste procedure utilizzano anch'esse appositi strumenti endoscopici e servono ad esaminare il retto e il colon.

Rimedi e cure per le emorroidi

La maggior parte delle infiammazioni si risolvono senza intervenire chirurgicamente. Spesso basta applicare creme topiche o supposte create appositamente per ridurre e guarire lo stato infiammatorio, oltre che cambiare alcune abitudini nello stile di vita quotidiano.

Una dieta equilibrata e ricca di fibre è il rimedio più efficace nei casi di costipazione e stitichezza e in generale per ottenere feci morbide. Sarà estremamente utile consumare abbondanti quantità di frutta fresca, verdura, legumi e cereali integrali. In questo modo si favorirà un regolare transito intestinale. Alla dieta è sempre opportuno accostare un'idratazione adeguata. Questo perché, quando si consumano molti alimenti ricchi di fibre e non si beve a sufficienza, possono verificarsi vari problemi digestivi. Le fibre assorbono l'acqua nel sistema digerente, aiutando a spostare il cibo lungo l'intestino e prevenendo la stitichezza. Senza abbastanza acqua, le fibre possono compattarsi e causare gonfiore, gas e stitichezza. Si consiglia di bere almeno 2 litri di acqua al giorno, specialmente quando si consumano alimenti ad alto contenuto di fibre.

Si possono aggiungere alla propria dieta anche i cibi ricchi di antiossidanti, che contribuiscono alla riduzione dell'infiammazione e promuovono la salute delle vene, come:

  • frutta, soprattutto fragole, mirtilli, lamponi, agrumi, mele, uva e melograno;
  • verdura, come spinaci, carote, peperoni e pomodori;
  • semi di lino, di chia e di girasole;
  • alcune spezie, come curcuma, zenzero e cannella;
  • tè verde e tè nero;
  • cioccolato fondente;
  • olio d'oliva extra vergine.

Inoltre, è necessario evitare alimenti piccanti o speziati, poiché possono irritare l'intestino e peggiorare i sintomi delle emorroidi. Alcuni alimenti possono generare gas nell'intestino, peggiorando così il gonfiore e l'irritazione delle emorroidi. Tra gli alimenti da limitare ci sono:

  • legumi, come fagioli, lenticchie e piselli;
  • verdure crucifere, ovvero cavoli, broccoli, cavolfiore e cavolo cappuccio;
  • cipolle e aglio;
  • alcuni latticini, in particolare latte, formaggio poco stagionato;
  • bevande gassate;
  • cibi fritti e grassi;
  • frutta secca, come noci, mandorle e pistacchi;
  • cereali integrali e crusca;
  • dolcificanti artificiali, come sorbitolo e mannitolo;

Sono da evitare anche alcol e caffeina, in quanto possono aumentare la disidratazione e provocare irregolarità intestinali.

Una sana abitudine per prevenire le emorroidi è quella di mangiare pasti più piccoli e frequenti per facilitare la digestione e ridurre il rischio di stitichezza.

Inoltre, praticare regolarmente attività fisica aiuta a migliorare la circolazione e il tono muscolare, riducendo così il pericolo di sviluppare emorroidi. I tipi di sport che non provocano uno sforzo eccessivo della muscolatura addominale, come il nuoto, la camminata e la ginnastica dolce, sono particolarmente utili per la prevenzione della malattia emorroidaria. Difatti, favoriscono l'aumento della circolazione sanguigna, mantengono i muscoli tonici e abbassano la pressione nella zona anale. L'esercizio fisico ha anche un impatto positivo sul benessere generale e sul controllo del peso corporeo.

Un altro rimedio indispensabile, per prevenire le emorroidi o il loro peggioramento, è la corretta igiene personale. È fondamentale dedicare molta cura alla pulizia della zona anale, effettuando scrupolosamente un lavaggio dopo ogni defecazione. Per farlo al meglio è necessario seguire queste buone pratiche:

  • utilizzare solo carta igienica morbida per pulire delicatamente la zona anale subito dopo la defecazione, evitando di strofinare o grattare la pelle;
  • dopo ogni evacuazione intestinale, lavarsi con acqua tiepida per risciacquare la zona anale;
  • usare un detergente delicato e senza profumi, per evitare eventuali irritazioni o peggiorare quella in atto;
  • tamponare con delicatezza la zona anale con un asciugamano morbido o un panno pulito subito dopo averla risciacquata;
  • indossare biancheria intima dal tessuto comodo e traspirante, come il cotone;
  • evitare gli abiti attillati, in quanto potrebbero provocare o peggiorare l'irritazione nella zona anale;
  • cambiare regolarmente gli assorbenti mestruali per evitare la crescita di batteri in grado di sviluppare infezioni.

Durante la gravidanza, si possono aggiungere ulteriori rimedi per prevenire le emorroidi. Si possono, ad esempio, utilizzare dei cuscini ad hoc per sedersi. Sono a forma di ciambella o a ferro di cavallo per ridurre il peso sulla zona anale e alleviare il dolore e il disagio associati alle emorroidi. È bene anche non rimanere sedute per lunghi periodi sul water, così da evitare una pressione prolungata nella zona anale. L'intestino andrebbe sempre svuotato senza esercitare tensione eccessiva e senza trattenere l'evacuazione quando si sente l'urgenza di andare in bagno. In caso di gravidanza è sempre necessario consultare un medico prima di intraprendere qualsiasi trattamento o assumere qualsiasi medicinale per le emorroidi, per non rischiare di assumere farmaci o cure nocive.

La cura delle emorroidi, comunque, inizia sempre dal trattamento della causa scatenante. Per questo, prima di cimentarsi in qualsiasi tipo di rimedio fai da te, è fondamentale consultare il proprio medico curante o direttamente un proctologo. 

Copyright © 2024 - Amicafarmacia è una società di Talea Group S.p.a. | Via Marco Polo 190 - 55049 Viareggio (LU) - P.IVA 02072180504, Iscritta CCIAA di Lucca REA LU-219335. Autorità competente e di Vigilanza: ASL TO5